Primo mandato ( 1829 – 1833 )
La morte di Dorrego fu la miccia che fece esplodere nuovamente la guerra civile nel Paese. In quel momento la situazione sembrava volgere in favore di Lavalle e degli unitari, ma l’opposizione crescente a Buenos Aires e le sconfitte militari subite nei mesi seguenti capovolsero la situazione. Senza via d’uscita, il generale si decise a conciliarsi con Rosas, e firmò il trattato di Cañuelas, che prevedeva elezioni per la carica di governatore. Gli intrighi unitari portarono nuovamente alla rottura, seguita da un nuovo patto, firmato il 24 Agosto a Barracas. Attraverso questo accordo divenne Governatore Juan José Viamonte, che richiamò a Buenos Aires la classe dirigente espulsa da Lavalle, restaurando così la legislatura del governo di Dorrego.
La nuova legislatura elesse Juan Manuel de Rosas come Governatore della Provincia di Buenos Aires l’8 Dicembre 1829. A lui, oltre al titolo onorifico di “restauratore delle leggi1”, furono conferite “Facoltà straordinarie, fino alla convocazione di una nuova legislatura2”
Intanto la guerra civile divampava nell’interno del Paese: i federali erano stati sconfitti dal generale Paz e il loro comandante, Facundo Quiroga, dovette rifugiarsi a Buenos Aires. Nove province dell’interno3 costituirono, nel 1830, la “Lega unitaria”, nominando il generale Paz “capo militare supremo”. Per arginare l’espansione degli unitari e consolidare la propria influenza sulle province del Litoral, Rosas diede avvio, a partire da luglio, ad un progetto di “Patto Federale” tra la sua provincia e le province di Santa Fé ed Entre Ríos, con lo scopo di estenderlo poi a tutte le altre, ed organizzare il paese in una Confederazione.
Il “Patto Federale” del 1831
Il Patto Federale, firmato nella sua forma definitiva il 4 gennaio 1831 dai rappresentanti di Santa Fé, Buenos Aires ed Entre Ríos, disponeva di 17 articoli e regolò i rapporti tra le province argentine fino alla caduta di Rosas, nel 1852. Questo patto, oltre ad essere un’alleanza offensiva e difensiva tra le province federali, costituiva un primo passo verso un organizzazione federale dell’Argentina.
Nell’articolo 1 i governi contraenti ratificarono e dichiararono nella sua forza tutti i trattati precedentemente stipulati tra loro che “proclamino pace, amicizia e unione stretta e permanente, riconoscendo reciprocamente la loro libertà, indipendenza, rappresentanza e diritti”. Nell’art. 2, le province si compromettevano a “resistere qualsiasi invasione straniera” contro altre province argentine. Nello stesso modo costituirono un “alleanza offensiva-difensiva”(art. 3) contro ogni aggressione da parte delle altre province, obbligandosi a non ratificare trattati da sole, senza il consenso delle altre (art. 4).
L’art. 8 affermava la libertà degli abitanti delle 3 province di entrare e transitare con le sue navi e i suoi carichi “in tutti i porti, fiumi e territori di ciascuna, esercendo in essa la propria industriosità con la stessa libertà”
L’art. 13 prevedeva un’aiuto militare ed economico da parte delle altre 2 province “con tutte le risorse possibili”, nel caso qualcuna delle province contraenti fosse attaccata da un’altra non facente parte della federazione (cioè del patto) o “da qualche potere straniero”. Nell’articolo 14 si disponeva che le forze militari in soccorso della provincia invasa dovessero “sottostare al governo di questa, nel momento in cui stiano sul suo territorio o navighino i suoi fiumi”
La parte più importante di questo patto, che ne costituì la novità, fu quella riguardante l’organizzazione istituzionale dell’alleanza delle tre province. Questa istituzione diventò, dopo la caduta di Rosas, il punto di partenza dal quale venne organizzata definitivamente la Repubblica.
“Art. 15. Intanto che duri l’attuale stato di cose e mentre non sia stabilita la pace fra tutte le province della Repubblica, risiederà nella capitale della provincia di Santa Fé una commissione composta da un deputato per ognuna delle 3 province litoranee, la cui denominazione sarà “commissione rappresentativa dei governi delle province litoranee della Repubblica”, i cui deputati potranno essere rimossi secondo la volontà dei loro rispettivi governi, quando lo giudichino conveniente, nominando immediatamente altri per sostituirli”
“Art. 16. Le attribuzioni della commissione saranno:
- Siglare trattati di pace in nome delle 3 province, assecondando le istruzioni del governo di ciascuna, salvo la ratificazione da parte di ognuna delle 3 province
- Dichiarar guerra contro qualsiasi altro potere, in nome delle 3 province litoranee, ogni volta che esse siano d’accordo nel fare tale dichiarazione
- Ordinare la mobilitazione dell’esercito in caso di guerra offensiva o difensiva, e nominare il generale che dovrà comandarlo
- Determinare il contingente delle truppe con cui ognuna delle province alleate debba contribuire allo sforzo bellico, secondo quanto specificato nell’art. 13
- Invitare tutte le altre province della Repubblica, quando siano in piena libertà e tranquillità, a riunirsi in una federazione con le 3 province litoranee; e che, tramite un Congresso Generale Federativo si definisca l’amministrazione generale del paese nel sistema federale, il commercio interno ed esterno, la navigazione, le materie tributarie, il pagamento del debito della Repubblica, il credito interno ed esterno, e la sovranità, libertà e indipendenza di ognuna delle province
L’importanza di questo patto fu notevole per il successivo sviluppo istituzionale del Paese: a differenza delle due costituzioni unitarie precedenti, questo trattato entrò in vigore tra le province interessate, e poi fu esteso alle altre dopo la definitva sconfitta della Lega unitaria e la sua conseguente dissoluzione a fine 18314: le province dell’interno, infatti, si aggiunero al Patto nel corso del biennio 1831-18325, man mano che i federali presero il potere. Diventò quindi il primo trattato istituzionale accettato a livello nazionale, riunendo le province in una Confederazione, di diritto e di fatto.
“Campagna del deserto” e secondo mandato ( 1835 – 1852 )
Il 18 Dicembre 1832 finiva il primo mandato di Rosas. Pur essendo stato rieletto dalla
legislatura decise di rinunciare all’incarico, non essendogli state concesse nuovamente le “facoltà straordinarie” e non avendo l’intera opinione pubblica a suo favore. Così, durante il periodo successivo, il Restaurador, non più Governatore, approfittò per preparare e svolgere una campagna militare avente come obiettivo la conquista e la pacificazione delle pampas, popolate dalle irrequiete tribù indiane6.
Dopo Rosas, venne eletto governatore Juan Ramón Balcarce, durante il quale, nel 1833, gli inglesi occuparono, senza dichiarazione di guerra, le isole Malvinas7
Seguirono altri due governatori “deboli”8, ed intanto Rosas diede avvio alla “Campagna del Deserto” contro gli indiani del sud: questa coinvolse tre eserciti: uno ad ovest, con base nella Provincia di Mendoza, uno al centro ed uno ad est, comandato dallo stesso Rosas. L’impresa fu coronata dal successo ed estesi territori furono pacificati, estendendo l’influenza di Rosas, mediante trattati di amicizia con gli indiani, fino al Río Negro. I guadagni territoriali per le province furono modesti, ma importanti aree agricole e pastorali furono pacificate e rese sicure dalle incursioni degli indios. Fatto ancora più importante, il Restauratore era riuscito, con quest’impresa, a guadagnarsi il favore dell’esercito, dei governanti delle province e dell’opinione pubblica.
L’anno 1835 si apriva, invece, all’insegna del disordine: le varie fazioni federali si scontravano sui periodici e, ormai, anche nelle strade, e la tensione sociale divenne sempre maggiore. In questa situazione, Rosas venne richiamato dalla legislatura di Buenos Aires, che lo elesse Governatore il 13 aprile, stavolta con la Suma del poder publico: i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario furono concentrati nella sua persona. Iniziò l’epoca del regime rosista, un governo autoritario caratterizzato dalla ferrea persecuzione degli oppositori (i “selvaggi unitari”), dall’imposizione del proprio volere ai governatori delle altre province, dal protezionismo in materia doganale9 e dalla rivendicazione dei territori “persi” nel corso delle guerre civili10 in politica estera. L’Argentina divenne la “Santa Confederación” e il colore rosso punzó, símbolo dei federai, dominò la città di Buenos Aires per quasi due decenni.
Intanto, nel 1836, era cominciata un’altra guerra civile nella vicina Banda Oriental, i cui effetti si sarebbero fatti sentire di lì a poco anche nella Confederazione. Il generale Rivera, appoggiato da francesi, inglesi e brasiliani, nonchè dagli esiliati argentini (unitari), si era ribellato al Presidente Oribe, alleato di Rosas.
Dopo alterne vicende, il Presidente venne circondato a Montevideo dalle forze nemiche, e dovette capitolare nel mese di ottobre 1838, rinunciando alla presidenza e rifugiandosi a Buenos Aires, dove Rosas lo accolse con tutti gli onori, offrendogli anche il comando degli eserciti della Confederazione. Nel 1839 insorsero contro Rosas gli unitari, che portarono dalla loro parte il Governatore di Corrientes e il Presidente della Banda Oriental, i quali gli dichiararono guerra immediatamente. Dopo alcuni scontri favorevoli ai federali, la vittoria unitaria nella battaglia di Cagancha scatenò una nuova ondata di sollevazioni contro il Restaurador: nel 1840 si ribellarono le province del nord, formando una coalizione, alla quale si unì anche il federale Tomás Brizuela, governatore de La Rioja. Gli eserciti dei ribelli, guidati da Lamadrid e Lavalle, tentarono di occupare le province del litorale, ma furono respinti. Dopo due anni di guerra caratterizzati da alterne vicende, gli eserciti della coalizione furono finalmente sconfitti da Oribe, e nel Dicembre 1842 un’altra guerra civile era finita, restando ancora il Paese sotto il dominio incontrastato del Restaurador de las leyes.
Dopo la vittoria, l’esercito federale comandato da Oribe invase la Banda Oriental, occupando tutto il paese ed assediandone la capitale, Montevideo, dove si rifugiarono Rivera e gli unitari, formando un governo detto “de la Defensa”. Dopo poco tempo anche il Brasile intervenne militarmente nel conflitto a favore di quest’ultimo governo, cercando di cacciare i federali e così poter mettere alle proprie dipendenze lo Stato orientale.
Negli anni seguenti imperversò una guerra navale nelle acque del Río de la Plata, e le flotte della Confederazione, comandate da Guillermo Brown, si scontrarono ripetutamente con Giuseppe Garibaldi, il quale, al comando di flottiglie mercenarie, si dedicò ad operazioni di disturbo a danno dei federali, saccheggiando alcune località costiere dell’Argentina.
In questo contesto di guerra permanente, sarebbe infine spettato al Governatore di Entre Ríos e Comandante dell’Esercito della confederazione, Justo jose de Urquiza, di sconfiggere Rosas, ribellandosi al suo potere.
Gustavo Ferrara
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