Storia dell'Oltrepò pavese

Voghera e il suo Duomo dal Medioevo al seicento

di Gustavo Ferrara / pubblicato il 15 Gennaio 2014

Premessa

Con questo primo articolo, dedicato alla storia del Duomo di Voghera, si vuole iniziare una serie di pubblicazioni volte ad approfondire la storia di Voghera e dei suoi monumenti. Questo intervento, dedicato alla Collegiata di San Lorenzo Martire, una delle chiese più vaste ed interessanti della Provincia di Pavia, ha l’intenzione finale di rendere noto al lettore, laddove non lo conoscesse, questo importante monumento, che con la sua architettura testimonia il periodo di passaggio tra il barocco e il neoclassico, e che nei suoi tesori artistici custodisce una notevole parte della Storia dell’Oltrepò pavese e del tortonese.

L’articolo è impostato come un’intervista all’ingegner Rossi, grande conoscitore della struttura ed esperto della sua storia, intervallata da qualche cenno storico.

Introduzione

L’attuale piazza Duomo è il fulcro della vita religiosa cittadina da tempo immemorabile: qui si sviluppò la Pieve medioevale, ed in seguito sorse la Collegiata di San Lorenzo Martire, che oggi tutti ammiriamo come il monumento più insigne della città.

Per conoscere meglio questa storia mi sono recato in loco ad incontrare l’Ingegnere Giorgio Rossi, grande conoscitore del Duomo e parte del Consiglio degli Affari economici, autore di due pubblicazioni sulle opere d’arte lì custodite [1]. D’ora in poi seguiremo il suo racconto per quanto riguarda la storia della Collegiata, integrandolo da parte mia con una breve storia di Voghera nei periodi citati.

Le prime due chiese

pianta chiesa antica

Pianta della prima chiesa di San Lorenzo (rosso) comparata con l’attuale (nero).
Disegno tecnico dell’ing. Rossi

“Le indagini con georadar effettuate recentemente nell’area del Duomo ci hanno permesso di ipotizzare l’esistenza, ad una profondità di 3,20 m., delle fondamenta di un edificio di perimetro quadrato con lato di 33 m. In mancanza di documenti sono giunto alla conclusione che si tratti della prima Ecclesia di Viqueria (il nome medioevale di Voghera), risalente al X secolo e contemporanea della cattedrale di Tortona.”

Facendo un salto indietro, rileviamo le origini di Voghera: tra i secoli IV e VI d.C., a causa delle invasioni barbariche e delle devastazioni causate dalle continue guerre (che ebbero come teatro non solo il territorio oltrepadano, ma quasi tutta la penisola italica), la maggior parte degli storici concordano che l’antica città romana di Iria si era spopolata al tal punto che da Municipium era diventata un semplice Vicus [2], rimanendo abitata solo l’area a nord dell’attuale Piazza Castello. Tra VII e X secolo il borgo cominciò lentamente a ripopolarsi.

Agli albori dell’ XI secolo il borgo di Viqueria gravitava nell’area di influenza del vescovo di Tortona, ed era composto da due nuclei fortificati [3]: il castrum Santi Marciani, avente il suo centro nella pieve, e il castrum Sancte Marie, appartenente al Monastero del Senatore [4]. Vi erano inoltre alcuni insediamenti nei dintorni.

pieve

L’antica Pieve.
Disegni tecnici dell’ing. Rossi

In quest’epoca venne costruita la “seconda Chiesa”, o Pieve:

“Il complesso pievano di San Lorenzo, nato tra i secoli XI e XII, era costituito da un’oratorio dedicato a San Giuseppe, un granaio, un chiostro, un brolio alberato, dalle residenze dei canonici e dell’Arciprete, la Sacrestia e ovviamente dalla Pieve. Quest’ultima, in stile romanico con tre navate e sei colonne che dividevano la navata centrale dalle altre due, sorgeva appoggiata alla torre municipale, e aveva notevoli dimensioni (ca. 1600 mq.). Di tutto questo oggi restano alcune tracce: l’affresco della Madonna del Soccorso, il Crocefisso della peste nell’altare omonimo, la base del campanile (segnata da grossi blocchi di pietra), una porzione di abside, il muro medioevale lato nord e una fonte battesimale del quattrocento.”

Nei secoli successivi Viqueria entrò definitivamente nell’orbita del Comune di Pavia, a cui rimase legata politica e amministrativamente fino ai nostri giorni. La definitiva sottomissione dei ticinesi da parte di Galeazzo II Visconti nel XIV secolo segnò l’inizio del dominio della potente famiglia milanese, che commissionò la costruzione di una cerchia muraria e di un Castello, tuttora esistente.

Sotto il Duca di Milano Filippo Maria Visconti, nel 1436, il territorio di Voghera fu infeudato al condottiero Luigi Dal Verme, che possedeva già vasti territori nell’appennino pavese e piacentino. I Dal Verme rimasero titolari del feudo fino al cinquecento.

Durante le guerre d’Italia (1494-1559) le dominazioni succedutesi nel Ducato di Milano si riflessero anche su Voghera, che fu in mano francese, asburgica e sforzesca fino al definitivo affermarsi del dominio degli Asburgo di Spagna con la pace di Cateau-Cambrésis nel 1559.

Intanto il borgo aveva avuto un notevole incremento demografico, e la Pieve ormai rovinata non riusciva più a contenere tutti i fedeli, ragion per cui, tra la fine del cinquecento e l’inizio del seicento, fu decisa la sua demolizione e la sostituzione con una nuova chiesa più grande. L’ing. Rossi ci racconta i dettagli:

“Un’importante fonte per capire la situazione politico-economica in cui matura la decisione di abbattere l’antica pieve è la causa tra Stefano Novati (proprietario terriero sia ad Oriolo sia in piazza Duomo) e la Comunità vogherese. In essa notiamo che il popolo che partecipava alle funzioni religiose nella pieve era di gran lunga superiore alla sua capienza massima, e inoltre pare che spesso i cittadini manifestassero apertamente un forte malumore.

Dunque prima di tutto le motivazioni che hanno portato alla fine dell’antica Pieve furono di ordine materiale. Tuttavia, c’è un’altro aspetto da prendere in considerazione: il fatto che si fosse in piena Controriforma. Nel Concilio di Trento si era posto il problema della riforma e del rinnovamento della chiesa, non solo sotto l’aspetto religioso e comportamentale degli ecclesiastici, ma anche sotto altri aspetti, come il restauro dei luoghi di culto o la definizione di un nuovo stile nelle arti, come la pittura della Controriforma (di cui un notevole esempio è il dipinto l’Adorazione dei Magi, di Ercole Procaccini il giovane, esposta nel Duomo il giorno dell’Epifania). Potremmo dunque ipotizzare che anche questo ambiente culturale abbia influito fortemente nell’idea di costruire l’attuale Collegiata.

Alla fine fu deciso, di comune accordo tra la comunità vogherese, i canonici della Pieve, la famiglia Dal Verme e il Vescovo di Tortona Gambara, di costruire una nuova chiesa più grande, il cui costo di costruzione sarebbe stato diviso nel seguente modo: il corpo centrale l’avrebbe sostenuto la comunità vogherese, il Coro i canonici e la Sacrestia la famiglia Dal Verme.

Il 31 maggio dell’anno 1605, dopo un grande corteo a cui parteciparono le principali autorità religiose e civili venne posta la prima pietra della fabbrica del Duomo, e l’evento fu seguito da una grande messa.”

Il racconto finisce qui per ora, ma vi saranno altri articoli sul Duomo di Voghera, che saranno pubblicati nella sezione “Turismo e Arte” come parte della sezione “Turismo in Italia” e nella categoria “Grandi monumenti”

Gustavo Ferrara

Voghera nel secolo XVI, con l’antica Pieve e i campanili. Disegno dell’ing. Rossi.

Voghera e il suo Duomo dal Medioevo al seicento ultima modidfica: 2014-01-15T18:38:26+01:00 da Gustavo Ferrara

Citazioni e riferimenti

[1] Mi riferisco alle seguenti pubblicazioni:

– I tesori del Duomo ( in realtà non una pubblicazione unica, ma una serie di pubblicazioni )

– Gli affreschi del Duomo di Voghera ( in collaborazione con Favio Draghi )

[2] Laura De Angelis Cappabianca, Voghera Oppidum Nunc OpulentissimumGribaudo – Paravia, Torino, 1996. pag. 10.

Molti storici ipotizzano che il nome medioevale Viqueria derivi da Vicus Iriae, traducibile nell’italiano “piccolo abitato di Iria”, o “borgo di Iria”.

[3] Ibidem. pag. 11

[4] Il Monastero di Santa Maria e Sant’Aureliano, detto Monastero del Senatore, era uno dei più importanti monasteri femminili di Pavia. Fondato in epoca longobarda, era situato a nord-ovest dell’attuale Duomo.

Bibliografia

Laura De Angelis Cappabianca, Voghera Oppidum Nunc OpulentissimumGribaudo – Paravia, Torino, 1996.

Alessandro Maragliano, Voghera vecchia (3° edizione)Cooperativa Editoriale Oltrepò – Voghera, 1988.

Pietro Falciola, Voghera visconteaCooperativa Editoriale Oltrepò – Voghera, 1988.

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4 pensieri su “Voghera e il suo Duomo dal Medioevo al seicento

  1. Quanta storia si cela dietro i monumenti delle nostre città! Complimenti a chi, come te Gustavo, ama riportare alla luce pezzi del nostro passato…mai come in questi tempi avremmo bisogno, anche se non sempre lo percepiamo, di riscoprire le nostre radici!

    1. abito in un paese di 6000 anime e la descrizione della nostra stupenda chiesa è un libro di 400 pagine dove viene descritta dalla posa della prima pietra anno 1740 fino ai giorni nostri la cosa che mi stupisce è che della vostra basilica non c’è traccia eppure è un capolavoro di architettura come mai? scrive bonino fabrizio via a. olivetti 15 h 10019 strambino

  2. Dunque bel progetto, efficace stile letterario chiaro e diretto, ottimi scopi!!!

  3. sto cercando un volume non molto impegnativo che descriva il duomo di voghera se mi date una mano ve ne sarei grato bonino fabrizio via a. olivetti 15 h 10019 strambino to tel 0125711804

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