Il borgo antico di Balestrino, facente parte dell’omonimo comune, è uno di quei luoghi abbandonati che, in quanto tali, hanno un fascino indiscusso. In effetti, sembra che il tempo si sia fermato in seguito allo spostamento degli abitanti negli anni 1962 e 1963… osservando la piazza centrale si possono ancora trovare antiche botti, biciclette arrugginite e altri frammenti di vita quotidiana.
Cenni storici
Il territorio di Balestrino è abitato sin da tempi antichissimi: I primi insediamenti umani risalgono infatti al paleolitico. Molto dopo, i conquistatori romani nella loro lotta contro le locali popolazioni liguri fortificarono le alture e, tra le altre, la cima dove attualmente sorge il paese fantasma. A questo primo nucleo fortificato romano seguirono nuove fondazioni, più a valle, già attestate nell’alto medioevo.
A partire dal sec. XIII si affermano in Balestrino, come in quasi tutta l’Italia centro-settentrionale, i poteri locali (comuni o, come in questo caso, i feudatari), ormai pienamente autonomi dalle decisioni prese dagli Imperatori germanici. In quell’epoca i signori di Balestrino erano i Bava, a cui succedette la dinastia aleramica dei Del Carretto, che governò il feudo (seppure come vassalla di altre potenze, come i Savoia) fino all’arrivo delle truppe rivoluzionarie francesi.
Con l’abolizione del feudalesimo Balestrino venne annessa alla Repubblica ligure, poi all’Impero francese, e infine, con il Congresso di Vienna (1814-15), al Regno di Sardegna, di cui seguirà le sorti nei tempi successivi.
In seguito a continue frane il sito del borgo venne considerato pericolante, e negli anni 1962-63 fu costruito un nuovo nucleo abitato, dove si trasferirono gli abitanti. Da allora l’antico paese è completamente abbandonato.
Galleria fotografica
(il paesaggio umido e nebbioso rende la visita ancora più affascinante)