Nel Comune di Borgo Priolo, presso il confine con il territorio di Fortunago, si trova una struttura fortificata che s’impone sulle colline circostanti grazie alla mole della sua torre, antica circa un millennio: si tratta del castello di Stefanago, che secondo una tradizione popolare sarebbe sorto in tre notti, per misterioso e diabolico incantesimo. Sempre secondo questa tradizione nel castello e nelle valli circostanti si sentirebbero durante la notte le urla, i lamenti, i colpi di spada e le grida delle furibonde battaglie tra i signori di Stefanago e quelli del vicino paese di Nebbiolo.
A parte queste coloriti e accattivanti racconti, oggi Stefanago è il centro di una tranquilla frazione che, cosa piuttosto particolare, è composta quasi esclusivamente dal suddetto fortilizio e non dispone di una chiesa. Quest’ultima si trova nella vicina località Santa Cristina, il cui nome deriva dal santo cui è dedicato l’edificio ecclesiastico.
Notizie storiche sull’abitato e il castello di Stefanago
L’attuale territorio di Stefanago dovette essere abitato in età preromana da tribù celtiche, che lasciarono il segno nella toponomastica locale. Infatti, seguendo il parere di molti autori, la presenza del suffisso -ago (latino -acus) sarebbe da ascrivere alla lingua parlata da queste popolazioni. Questo suffisso è presente anche nelle vicine Fortunago e Gravanago, località tutte – come Stefanago – le cui prime attestazioni risalgono al Medioevo. In tutti e tre i casi si può ricondurre la presenza di tracce prelatine nel toponimo alla continuità, attraverso i secoli, nell’indicazione dello stesso luogo con un determinato nome (o con poche variazioni), fino al momento in cui lì si è sviluppato un insediamento. Questo processo, tra l’altro, è riscontrabile in molti abitati le cui origini risalgono al Medioevo.
Dunque le vicende di Stefanago cominciano nel periodo medievale e più precisamente attorno l’anno mille, quando abbiamo le prime notizie dell’esistenza del castello, la cui storia si confonde con quella dell’abitato: pare che questo nel 1029 appartenesse al territorio piacentino, mentre nel 1219 venne concesso dall’imperatore Federico II al Comune di Pavia, nella cui sfera d’influenza gravitò durante tutto il resto del Medioevo. A prova di ciò, rileviamo che nell’estimo pavese del 1250 il luogo di Stephanagum è indicato tra le terre appartenenti all’Oltrepò pavese.
L’appartenenza al distretto cittadino non implica però necessariamente un dominio diretto da parte della città sul Ticino, specie in luoghi di così difficile accesso: nel 1317 l’abitato e il castello di Stefanago sono una signoria della famiglia Corti, mentre dal XV secolo il paese è parte della podesteria, e poi del feudo, di Fortunago, cui resta legato sino alla fine dell’Ancién Régime. Le località legate a questo feudo, ovvero Fortunago, Stefanago, Gravanago, Rocca Susella, Montepicco, Montebelletto, Zebedo e il territorio della pieve di S. Zaccaria1 sono citate in un documento del prima metà del XV secolo come appartenenti alla circoscrizione fiscale detta “squadra di Pancarana”.
Nel Quattrocento nel feudo si succedono vari signori: il condottiero Francesco Bussone, detto il Carmagnola (1417-1428), Paolo Seratico (dal 1432), i Dal Verme (dal 1436) e Gerolamo Riario (dal 1486). Dalla fine del secolo il feudo è della famiglia Botta, che lo tiene fino al 1548, quando viene venduto da Bergonzo Botta ai Malaspina di Oramala, cui rimane fino al 1770. Nel 1797, con l’abolizione del feudalesimo, il feudo viene soppresso, e da allora i signori mantengono la sola proprietà del castello, che attualmente appartiene alla famiglia Baruffaldi.
Stefanago nel Medioevo era un Comune dotato di statuti propri, emanati nel 1317 per volontà dei già citati Corti. Questi sono i più antichi statuti medievali del distretto di Pavia a noi pervenuti. Per tutto il resto del Medioevo e dell’età moderna questa situazione amministrativa rimase immutata, ma nella prima metà dell’Ottocento il Comune di Stefanago venne soppresso e unito a Staghiglione, diventando definitivamente una frazione. Quest’ultimo Comune venne a sua volta unito a Torre del Monte nel 1928, nell’ambito della creazione del Comune di Borgo Priolo.
Il castello di Stefanago: caratteristiche
« Esso torreggia sopra un poggio piramidale; luogo difficile a pigliarsi e domina sopra gli altri. Meravigliano tutti i guardanti come siasi colà potuto ammucchiare tanti sassi. La prepotenza (e forse la necessità) dei feudatari e le fatiche degli schiavi grondanti di sudore operarono in quei tempi oscuri quell’opera imponente. Il maestoso castello era recinto di densi baluardi, di propugnacoli e di guerresche difese, d’ogni parte ben serrato. »
Introduciamo la descrizione del castello di Stefanago con queste eloquenti parole dello scrittore ottocentesco Defendente Sacchi, che però non manca di mostrare i suoi pregiudizi verso il Medioevo. Il fortilizio ha una planimetria assimilabile ad una L, nella quale si inserisce un’alta torre, databile forse ai secoli XI-XII, che costituisce la caratteristica architettonica dominante del complesso. Questa torre, cui si accede tramite un portale d’ingresso con arco a tutto sesto, è costruita in pietra, salvo la parte superiore, costituita da mattoni, segno di un rifacimento o un restauro successivo. Il resto dell’edificio è in mattoni su basamento in pietra e le finestre, archiacute, sono in cotto. La parte orientale dell’edificio non presenta più caratteristiche medievali, a causa di rifacimenti posteriori, che ne hanno alterato l’aspetto.
Dall’alto della torre si dominano le valli Schizzola e Coppa, e la vista spazia fino alle pendici del monte Penice e del Gerola, verso l’estremità meridionale del territorio pavese.
Galleria fotografica
Foto protette da copyright, di Gustavo Ferrara
Video sul castello di Stefanago