Storia
Le prime notizie certe relative al territorio di Zavattarello risalgono al VII secolo d.C., quando compaiono sui documenti redatti dai monaci del monastero di San Colombano a Bobbio alcuni toponimi che si riferiscono al territorio di Zavattarello. Tuttavia l’attuale nome non compare in nessun documento fino al 1243, e la località era conosciuta con il nome di Sarturianum.
Finita l’era turbolenta del Regno d’Italia post-carolingio e consolidatosi, negli anni ‘60 e ‘70 del X secolo, il dominio della dinastia ottoniana sull’Italia, l’attuale territorio di Zavattarello venne confermato tra i possedimenti del Monastero di San Colombano di Bobbio. Per circa due secoli il territorio restò ancora sotto l’autorità vescovile, finchè venne conquistata dai piacentini nel 1196, che la tennero per tredici anni, fino al 1209, quando l’imperatore Ottone IV restituì il borgo al vescovo bobbies. Nella seconda metà del XIII secolo il feudo fu concesso a Ubertino Landi, condottiero piacentino di parte ghibellina, che provvide a fortificare ulteriormente il castello.
Nel 1327 Manfredo Landi vide confermati i suoi diritti su Zavattarello con l’investitura del feudo da parte dell’Imperatore Ludovico IV il Bavaro, e il suo dominio sull’Oltrepò Pavese si consolidò nel 1358, grazie all’alleanza con Galeazzo II Visconti, intento allora a sottomettere il Comune di Pavia che alla fine cadde sotto il dominio della potente famiglia milanese.
Negli anni ‘70 del XIV secolo tra i Landi e il vescovo sorsero insanabili dissidi che si conclusero quando il vescovo stesso, il pisano Roberto Lanfranchi, dichiarò decaduta la famiglia da ogni diritto feudale su Zavattarello (1380). Cinque anni dopo la località venne infeudata al Capitano di Ventura Jacopo Dal Verme.
Negli anni successivi il condottiero acquistò, oltre a Zavattarello, vasti territori nell’appennino (tra cui Ruino, Rocca d’Olgisio, Romagnese e Bobbio) che andarono a costituire in seguito il cosiddetto “Stato Vermesco”. I successori di Jacopo mantennero i feudi acquistati dal padre, aggiungendo Voghera nel 1436, Pizzocorno (Ponte Nizza) nel 1458 e Retorbido nel 1466. L’ultimo dei Dal Verme del quattrocento fu il Conte Pietro, che morì avvelenato dalla moglie Chiara Sforza il 17 ottobre 1485 (una popolare leggenda dice che il suo spirito vaga ancora oggi nelle sale del Castello di Zavattarello).
Nel cinquecento, durante il turbinoso susseguirsi degli eventi politici, Zavattarello registrò molteplici cambiamenti di feudatari, passando al Trivulzio, poi al Conte di Ligny, per ritornare ai Dal Verme (1512), quindi di nuovo al Sanseverino (1515). Infine, dopo la battaglia di Pavia (1525) e il conseguente ritorno degli Sforza, i Dal Verme, nelle persone di Federico e Marc’Antonio, vennero reintegrati nei loro possedimenti. Nel 1530 si spartirono i feudi, restando al primo la Contea di Bobbio e al secondo Zavattarello, Ruino, Trebecco, Pietragavina, Lazzarello e, dal 1533, Voghera. Da allora il Castello rimase residenza stabile del casato, specialmente dopo la perdita di Voghera nel 1593. Il maniero fu restaurato tra il 1887 e il 1889, e i discendenti di Marc’Antonio vi risiedettero fin quando, durante la seconda guerra mondiale, Zavattarello diventò campo di battaglia. Il 23 novembre 1944 il Castello venne danneggiato da un incendio appiccato da truppe tedesche durante un rastrellamento di partigiani, e andarono completamente distrutte tutte le raccolte d’arte, fra cui pregiati mobili italiani del XV e XVI secolo.
Nel 1975 la Contessa Titina Gavazzi dal Verme donò il Castello al Comune, vincolando quest’ultimo a darne una destinazione culturale. Così, nel 1978, per impulso dell’amministrazione comunale, cominciarono i restauri del maniero, che portarono all’apertura dello stesso nel 1999 e alla conclusione dei lavori nel 2005. Dal 2003 ospita un Museo di Arte Contemporanea, intitolato nel 2011 alla memoria dei conti Giuseppe e Titina dal Verme.
Oggi si può quindi ammirare un Castello in ottime condizioni, e la sua mole domina, dall’alto di un poggio di arenaria parzialmente ricoperto a bosco(quest’ultimo è una riserva naturale), il borgo e le valli dei torrenti Morcione e Tidone.
Il Castello di Zavattarello: caratteristiche
L’antica fortificazione è a pianta poligonale con una torre a occidente e il corpo principale a sud. Nella parte inferiore il castello è fortemente scarpato e a nord e sud-est è coronato alla sommità da merli ghibellini; a ovest è stato trasformato in residenza, mentre a sud si nota un’altana con colonnine i cui capitelli di marmo risalgono al quattrocento; la fronte a nord conserva un piccolo ponte levatoio con passerelle, che porta al portale-ingresso, sovrastato da una finestra in arenaria di stile gotico. L’edificio è circondato da un muro con feritoie e ha due ingressi: un portaletto settecentesco a est e un portale a sesto acuto dalla parte opposta.
Galleria fotografica
Informazioni pratiche
Come raggiungere Zavattarello
Zavattarello appartiene ai “Borghi più belli d’Italia”, e si trova nell’Oltrepò pavese, a breve distanza (ca. 50 km.) sia dal capoluogo di provincia sia da Piacenza, e a circa 90 km. da Milano.
Per chi proviene dal capoluogo lombardo, la strada più veloce per raggiungere Zavattarello è la SS 412 della Val Tidone, che si imbocca a Opera, per poi proseguire in territorio pavese fino a Castel San Giovanni nel piacentino, e poi verso il Passo del Penice per altri 30 chilometri.
Il percorso alternativo può essere quello da Broni, oppure anche quello da Varzi, e quindi dalla SS del Penice, lungo la Valle Staffora
Per chi proviene da Pavia è consigliato percorrere la Provinciale che da Broni porta a Zavattarello attraverso Rocca de’ Giorgi e Ruino. Per chi proviene da Piacenza, oltre alla SS 412 si può seguire un percorso tra le colline seguendo la SP 11 fino a Borgonovo Valtidone, poi la Statale fino a Nibbiano per raggiungere Zavattarello.
Per chi proviene da Alessandria si può raggiungere il borgo passando da Voghera e lì imboccando la SS del Penice, attraverso Varzi e la frazione di Pietragavina.
Periodi e orari di apertura del castello
Per informazioni pratiche quali gli orari di apertura e i prezzi per la visita al castello, vedere l’apposita sezione del sito www.zavattarello.org.