Venerdì 28 e sabato 29 ottobre 2016 si parte alla scoperta di uno dei monumenti storicamente più rilevanti della città di Pavia, l’ex monastero di San Salvatore. L’occasione è l’apertura una tantum del chiostro ed altri ambienti del complesso monastico oggi appartenenti al demanio.
La possibilità di vedere l’intero complesso è un occasione da non perdere, ma non bisogna dimenticare che la Basilica del Santissimo Salvatore, detta di San Mauro, è sempre visitabile, e nonostante sia uno dei monumenti di Pavia più trascurati (anche a causa della posizione periferica) meriterebbe una visita anche qualora non fosse possibile vedere i chiostri. La chiesa è una delle più antiche di Pavia, fondata dal re longobardo Ariperto verso la metà del sec. VIII. L’imperatrice Adelaide, verso il 962, vi fondava una comunità benedettina cluniacense, cui subentravano nel 1449 i benedettini dell’obbedienza di Santa Giustina di Padova, i quali riedificarono la chiesa nelle forme attuali.
Il monastero è anche un pezzo di Storia dell’Oltrepò pavese, perché l’abate era nel Medioevo, e fino alla fine del feudalesimo, signore di Bastida de’ Dossi e di una parte di Corana. La signoria su alcune di queste località risaliva addirittura a donazioni regali o imperiali, il che conferiva all’abate del monastero di San Salvatore la facoltà di subinfeudare o affittare la giurisdizione sulle terre.
Il complesso monastico fu soppresso da Giuseppe II nel 1786, e trasformato insieme alla chiesa in caserma e deposito militare. La chiesa fu recuperata dal cardinale Agostino Riboldi e riaperta al culto il 21 maggio 1901, venendo eretta in parrocchia nel 1929.
All’interno dell’edificio vi sono svariati tesori da scoprire, tra cui le due cappelle ai lati dell’abside, una dedicata a San Benedetto e l’altra a San Martino di Tours. La seconda è da non perdere, giacché contiene un ciclo di affreschi tardo quattrocenteschi tra i quali vi è una rappresentazione di San Martino nella quale vi è una veduta della città di Pavia simile alla più famosa rappresentazione di Bernardino Lanzani; si vedono ancora le mura medioevali e il castello con le quattro torri.
Tornando agli ambienti chiusi al pubblico, chiedo informazioni a don Emanuele, che pur non essendo il parroco mi ha gentilmente accompagnato nella visita alla chiesa:
«La maggior parte del complesso dell’ex monastero di San Salvatore è compreso nell’area di quello che fu l’arsenale, che occupava un vasto spazio fino al Ticino, e quindi è terreno del demanio, e perciò non visitabile. Tuttavia, vi è un progetto di recupero per una parte del complesso, comprendente la parte adiacente la chiesa detta “piccolo chiostro”, e questa iniziativa è consultabile nella pagina web della parrocchia».