A differenza delle località circostanti, il paese di Belgioioso non ha un’origine oscura e particolarmente antica, ma la nascita stessa dell’abitato è legata alla volontà dei Visconti, che vollero avere nella zona, allora ricca di boschi, una residenza per la caccia. Questa residenza, detta inizialmente “Castel Gioioso”, costituì il nucleo attorno al quale si sarebbe costituito in seguito il paese.
Il suddetto fortilizio divenne dopo non molto tempo il centro di una vasta circoscrizione amministrativa, chiamata vicariato di Belgioioso, la cui esistenza è attestata per la prima volta il 22 dicembre 1401. In quel giorno la duchessa di Milano e contessa di Pavia costituiva Andoardo Balbo capitano e rettore della terra di Castelgioioso1 e giurisdizione sulle terre soggette2, con un salario di otto fiorini al mese3. Gli si concedeva anche un altro salario, di cinque fiorini, per mantenere un vicario suo in quel luogo, al fine di amministrare la giustizia sugli uomini del vicariato4, con le prerogative che spettavano al vicario precedente Antonio de Landriano.
La notizia successiva è del 16 giugno 1411, quando Filippo Maria Visconti, duca di Milano e conte di Pavia, dona a Manfredo Beccaria di Santa Giuletta il castello, la terra e il feudo di Belgioioso, che però questi non terrà a lungo. Due anni dopo, infatti, la proprietà e castellania del vicariato vengono messe all’incanto dal duca-conte e acquistate in condominio da vari personaggi, che si spartiscono la proprietà in parti di un sesto. Il 10 aprile 1414 le proprietà già ducali di Belgioioso, con diritti e pertinenze, vengono concesse in feudo a dei Visconti: Giovanni del fu Lodovico, Estorre e Francesco del fu Estorre e Bernabò del fu Mastino.
Nel decennio seguente il vicario di Belgioioso è citato in una lettera ducale del 9 novembre 1425 e “il Comune e gli uomini del vicariato” sono citati nei pagamenti per la gabella del sale del 1426.
Da un documento dell’8 luglio 1430 rileviamo che in quel momento il luogo e il castello di Belgioioso, con i possessi e i beni tenuti solitamente dalla camera5, erano stati concessi in donazione ed erano quindi tenuti dai genovesi Isnardo Guarco e Battista Montaldo.
A queste notizie frammentarie e continui cambi di proprietà si pone fine il 29 novembre 1431, data che possiamo considerare come il vero inizio della storia feudale di Belgioioso. In quell’anno il conte Filippo Maria Visconti concede il castrum ed il fortalitium ad Alberico da Barbiano, conte di Cunio, Lugo e Zagonara6, i cui discendenti manterranno il feudo del solo territorio di Belgioioso fino alla fine del feudalesimo.
Nell’infeudazione ad Angelo Simonetta del 1450 si fa invece esplicitamente riferimento al vicariato, che dunque ormai escludeva quello che doveva essere il capoluogo, infeudato ai Barbiano7. Sempre attorno a quegli anni abbiamo il primo elenco delle terre del vicariato: Beatico, Canlepre, Cascina Melana, Corteolona, Costa dei Nobili, Filighera, Genzone, Gerenzago, Miradolo Terme, Monte,8 Montesano, Monsico, Ospedaletto, Pieve Porto Morone, Pissarello, San Zenone al Po, Spessa, Spissia Soprana cum Robarello, Torre de’ Negri, Torre Selvatica, Vaccarizza, Zerbo, la Turris presbiterorum (chiamata anche Zoiosa)9 e Monteleone10.
Il 18 maggio 1470 Angelo Simonetta nel suo testamento lasciava alla figlia Bianca “tucto el vicariato del Belzoioso”, più altre possessioni e proprietà. Morto il Simonetta il 20 aprile 1472, il vicariato passa nelle mani di Bianca, sposata a Carlo Sforza, figlio “spurio” del duca Galeazzo Maria, e verso la fine, tramite matrimoni, ad Ercole d’Este.
A metà cinquecento il vicariato pare abbia cambiato nome, assumendo quello del nuovo capoluogo Corteolona, e mantiene una quasi completa continuità territoriale rispetto al secolo precedente, comprendendo i luoghi di Albaredo, Cortelona, Costa, Cassina de Melano, Ca da Rho, Cassotto, Campo Rinaldo, Can levora, Filighera, Gienzono, Gerenzago, Hospedaletto, Monte, Montesano, Miradolo, Monte leone, Pieve de porto morono, Spessa, Spessetta, Sancto Zanono, Tor di Negri, Vacharize, Val bissera,11 Zerbo.